Go Party

Che la festa abbia inizio, o quasi.

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Prendere mamma, papà, nonne e trasformateli ancora in organizzatori di eventi, suddividete i compiti: giardinaggio, piatti, bicchieri, posate, tovaglia, salati e torta dolce, palloncini e ghirlande.

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Aggiungeteci pure un nonno creativo, con il suo regalo speciale, un gonfiabile. E poi insieme svestite il cibo dei pacchetti e della plastica, unite i bambini per il gioco di preparazione, il via alla festa verrà da sè.

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Siamo arrivati anche ai tre anni, velocissimi. Tanti parlano del raggiungimento del primo traguardo da 0 a 3 anni, con la crescita più significativa, la prima educazione, il primo distacco del bambino dalla mamma e dai genitori. Più semplicemente i primi versi che si trasformano in prime frasi, i piedini che toccano un pavimento ancora sdraiati che in un attimo arrivano a correre più veloce dei nostri, i vestiti che da azzurri o rosa diventano color jeans, color macchiato e color scolorito, i giocattoli che un tempo erano immobili, luccicavano e facevano qualche suono e che ultimamente non siamo più in grado di montare senza foglio illustrativo, gli spazzolini in bagno che da due diventano tre, la doccia che una volta neanche schizzava, e che ormai allaga il bagno anche solo in cinque minuti, le scarpe per cui la mamma è costretta a fare un pò di spazio (e di pulizia) nel suo intoccabile armadio, i pasti che diventano sempre più chiassosi, con piatti e bicchieri che aumentano e  pezzi di cibo per terra da sfamare un piccolo zoo, le notti che a volte migliorano, a volte purtroppo ci tocca attendere ancora per dormire come si deve, gli sport, quelli che prima facciamo noi e poi facciamo fare ai nostri bambini, i libri che non hanno più solo le figure, diventano quelli che cominciano a raccontare, quelli che qualche volta servono ancora anche ai grandi.

Il mezzo è ricchezza, nel mezzo sta la vita. La vita del bambino, ma anche la nostra. Pronta ad insegnarci soprattutto che serve un sacco di grinta, una dosa infinita di coraggio, e che più andremo avanti, più avremo da imparare. Imparare magari ad essere perfetti come i nostri figli.

Alla fine, grazie al cielo: ” Tutti i grandi sono stati bambini almeno una volta “.

 

 

 

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