Cogita, cogita pluris – al 2014 –

Ai risvegli stropicciati, in cui Sgnappy vuole alzarsi il primo possibile e io guadagno tempo rubando grattini, solletico e coccole, alle sue prime discese col bob in montagna, con me e Big che facciamo a turno per riportarlo sulla salita, a Carnevale e quel Poliziotto e quella Dottoressa Peluche e ai biscotti di Campi in centro a Busto Arsizio, alle foto dei giorni che ricorderemo sempre, quelli in cui i nostri bambini ridono e in cui ho imparato che la felicità non esiste, esiste solo il fatto di essere felice ogni giorno (grazie a Espinosa, ufficialmente mio scrittore preferito per modo di scrivere, pensare e vivere), alle mie Giovani-Mamme, a un Progetto universitario che è diventano sociale e che ci ha unite, con le nostre differenze e le nostre coincidenze, fino a partecipare anche ad un programma televisivo, perché noi siamo testimonianza viva, alle giornate calde e soleggiate di febbraio e marzo, ai primissimi gelati, al sole che punta occhi e macchina fotografica alla mano, a mio padre che non invecchia mai, al nonno che è diventato, al compagno di viaggi avventurosi che non ho mai avuto (Formentera Adventure, nel cuore di Edoardo, come prima vacanza in motorino, senza orari, senza regole, senza smettere di guardarescoprireammirare), alla mia Laurea, che ancora non è appesa e incorniciata, perché ancora non mi rende veramente orgogliosa, al lavoro che sto cercando, alla lingua inglese che voglio imparare, a chi quel giorno era con me, siete i miei migliori amici e la mia incasinatissima e divertentissima famiglia, e vi ringrazierò sempre, alla mia Casa, che è dimora intima e confortevole col suo camino nei gelidi inverni e al contempo giardino sempre aperto a tutti per prendere sole e bagnarsi in estate, a PortoVerde, la mia Altra Casa, dove ho amato come mai avrei creduto di poter amare, dove siamo stati Famiglia, dove Edoardo ha mosso i suoi primi passi di indipendenza, autonomia, coraggio, entusiasmo, felicità, perché è uno dei miei posti, dove basta sedermi con musica e computer per sapermi ascoltare e sapermi comprendere, guardando e basta, con la sola certezza di essere innamorata della vita, più che mai, agli amici di vecchia data, quelli del liceo e quelli della compagnia dei miei sedici anni, e agli amici nuovi, ai colleghi, ai compagni del viaggio, alle migliori amiche delle stupidaggini, delle cene, delle sigarette, dei ritardi, dei consigli, dei pensieri, delle incomprensioni, del fare la pace, del sapere che di certe persone non si potrebbe fare a meno per sorridere un po’ di più, a mio fratello e al suo bambino, un altro pezzetto di famiglia che si allarga e con cui posso condividere del tempo prezioso, ai progetti lavorativi in cui posso finalmente scrivere, a Tell Me Yes e Tell Me Blog, perché possa portare frutti concreti, ad halloween e ancora una volta alle maschere e alle giornate che con poco diventano speciali, ai colori autunnali, di cui questo settembre vi ho parlato fino alla nausea, alla neve che abbiamo visto appena ma che sono certa ci farà sognare ancora molto presto, ai bambini che imparano a regalare alle donne dei fiori, perché meglio non si può, ai pomeriggi al parco in cui questa estate è durata un po’ più a lungo, alla prima biciclettata, alla prima doccia, al primo pigiama party e a tutti i traguardi del mio bambino in questo anno, alle serate piacevoli a fare anche niente, in cui condividere, chiacchierare, scambiarsi rossetti, film o cuscini comodi, agli amicinonamici e a quei rapporti strani, indefiniti, per cui ci si vuol bene ma non si bada al perché, ai conoscenti e alle uscite di conoscenza, per non darsi ancora pervinte, per esplorare e non smettere mai di credere in ciò che è amore, nella favola (rivisitata lo ammetto) che ci hanno raccontato da bambine, ai vecchi amori che non appassiscono mai, a coloro che non si parlano, perché sappiano che evidentemente hanno ancora qualcosa da dirsi, alle litigate da paura, ai pianti, alla rabbia, alla delusione, perché se è stata parte di noi significa che ne è valsa la pensa, star bene e stare male anche se in maniera differente, portano allo stesso apice le emozioni, a Marco, perché come non citarti quando si parla di emozione, mi hai vista crescere, mi hai cresciuta soprattutto tu, mi hai fatta diventare e sentire donna, mi hai dato fiducia, stima, e tutto l’amore che si possa desiderare, con tutto il casino che questo comporta, è chiaro, sei la persona più vera che ho conosciuto e con cui di conseguenza sono stata più me stessa in tutta la mia vita, sei la Mia persona, il resto lo sai, e spero con tutto il mio cuore che tu possa rivelarti Big anche stavolta, magari facendo le cose insieme, un giorno, un po’ più in là (finché porterai un Sogno nel Cuore, non perderai mai il Senso della Vita), e a TE, a Edoardo che cresci e diventi un ometto tutti i giorni, mai come in questi ultimi mesi, che ti prendi cura di me e che sai che ce la caveremo sempre… ah, stavolta per ultima ma perché merita le più vere attenzioni, a mia madre, che è rompi palle, fastidiosa, paranoica, ma che senza di lei non avrei potuto scrivere nessuna di queste cose, a lei che mi ha accompagnato per 365 di questi giorni, alle nostre litigate, alle nostre telefonate e ai nostri abbracci forti, non cambieremo mai, men che meno per il prossimo anno.

A un 2014 in cui sembra che non sia successo un granché e che invece ha trasformato me stessa e la mia vita ancora, perché niente resta fermo, anche se nel mentre non ce ne accorgiamo. Alla Vita, e basta, perché possiamo scegliere la nostra e godercela senza mai guardare indietro come a ” un anno di merda “, dentro di voi, ognuno di voi, sa il perché.

Capodanno 2014/2015

Mangiate, brindate e innamoratevi, stanotte e per il prossimo anno, non vi pentirete di niente, è assicurato!

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